Titolo: Il Duca e la Zitella
Autore: Valentina Piazza
Editore: Self Publishing
Genere: Regency Romance

Data Pubblicazione: 8 aprile 2024
Pagine: 283

Autoconclusivo 

TRAMA

Inghilterra, 1814
“Trovo sia molto meglio essere in bilico tra la più sfrenata libertà – quella di cui godono gli uomini – e la galera, su quel confine labile ed effimero in cui si trovano le donne non sposate, piuttosto che languire nel vincolo matrimoniale, con i polsi legati e un anello al dito.
Consiglio a tutte le fanciulle di guardarsi in modo particolare da chi, celato dietro a modi freddi ma raffinati, veleggia di ballo in ballo, rapendo i cuori delle dame, senza mai professarsi a favore di una o dell’altra, e di diffidare da quei gentiluomini per cui una donna vale l’altra, come ad esempio il duca di Marlborough.”
Emaline Lawrence, figlia di Sir Dominic Lawrence.
Intervista rilasciata per il Daily Courant.
Frederick Drake Spencer – Churchill, VII duca di Marlborough non può credere ai suoi occhi: come ha osato Emaline pronunciare quelle menzogne su di lui?
Eppure, ogni volta che si incontrano si scatenano scintille: duelli a fior di labbra che si trasformano in baci appassionati.
Segreti, battibecchi, amore e passione si mischiano tra loro, in un vischioso sentimento che riesce a mettere in dubbio le più profonde convinzioni di Emaline e i più fermi propositi di Frederick.
Cedere alla tentazione, però, non porta solo dolcezze, ma anche guai…

RECENSIONE

Buongiorno care amiche lettrici oggi desidero parlarvi di un Regency molto frizzante, ironico e leggero, che mi ha molto divertita, in un momento in cui sentivo il bisogno di spensieratezza!  E’ ambientato in Inghilterra nel 1814, nelle tenute confinanti e proprietà delle rispettive famiglie dei protagonisti, e a Londra, nel periodo più festoso, ricco di balli, rappresentazioni teatrali, feste esclusive che si animano nei saloni e nei salotti degli esponenti della nobiltà. Sono occasioni di incontro per i giovani rampolli più in vista e per le fanciulle più graziose e in età da marito.   In tutto questo “ambaradan” la protagonista Emaline, si muove come fosse un pesce fuor d’acqua. Anticonformista, troppo intelligente e dalla lingua pungente e sciolta, non è nella sua natura saper rispettare le regole imposte dalla società, tantomeno accettare di sposarsi! E’ allergica al matrimonio, alle occasioni mondane e alle scarpette di seta che è costretta, suo malgrado, a indossare, anche se le reputa scomodissime, così come quegli abiti rosa che la fanno sentire una soffice bomboniera. Lei non è fatta per questo mondo di convenzioni e apparenze in cui imperversa e detta legge il “ton”, che assume le sembianze di un’entità viva e minacciosa, soprattutto per coloro che in suo nome, si arrogano il diritto di giudicare, scatenare chiacchiere e petegolezzi per fare a pezzi la rispettabilità di quelle donzelle che non si attengono alla rigida etichetta, così come a mettere in dubbio la moralità di ogni gentiluomo, soprattutto se colto in flagrante a commettere atti indecorosi. 

«Siete anche bella. Lo stavate dimenticando.» Emaline scosse il capo, ma si sentì tremare le gambe. Aveva detto che era avvenente? «Non sono bella, nessuno mi ha mai elogiato con questo tipo di complimenti» negò. «Beh, lo faccio io, gli altri saranno ciechi.»

E sono proprio loro, i protagonisti di questo romanzo, a essere oggetto di chiacchiere e delle conseguenti drastiche soluzioni, messe in atto per ripristinare la loro rispettabilità, agli occhi del mondo dorato al quale appartengono…ma sarà veramente così o esiste una cospirazione da parte di chi, grazie ad un fiuto infallibile e l’aiuto del destino, si diverte a mischiare le carte?  Ma prima di stuzzicare oltre la vostra curiosità, vi devo presentare i protagonisti di questa divertente e a tratti comica favola d’amore, che saprà coinvolgervi tra situazioni buffe, attimi di suspense e momenti in cui gli occhi diventano a cuoricino, mentre i sospiri si perdono, per merito del nobile e seducente Frederick Drake Spencer – Churchill, VII duca di Marlborough. Un gentiluomo bellissimo, dal fisico possente, i capelli corvini e gli occhi blu, uno degli scapoli d’oro, quelli più ambiti della Londra bene, anche se, da quanto asserisce Miss Emaline Lawrence, la ventottenne da tutti considerata una zitella stantia ed eccentrica, si tratta di un seduttore incallito e della peggior specie, che si diverte a volare di fiore in fiore, lasciando dietro di sé cuori spezzati e virtù profanate.  

Cosa poteva significare? Che si era rammollita per un bacio? Si accigliò. Il fatto che un uomo avesse il potere di influenzare il suo umore la indispettiva.

L’attacco di Emaline verso Frederik è all’apparenza senza fondamento, soprattutto per le cose che convintamente asserisce, senza peli sulla lingua. Ma perché la figlia di Sir Dominic Lawrence, è arrivata a tanto anche a rilasciare un’intervista al Daily Courant? Quale sarà il motivo che l’ha spinta a usare parole tanto velenose, pronunciate con occhi vivaci e furbi e con i riccioli color del grano maturo, che la rendono graziosa agli occhi di pochi, ma sicuramente a quelli di Frederik?  Il motivo se lo chiede anche il duca, che quel giorno cade dalle nuvole, mentre legge il giornale in compagnia del suo migliore amico Lord Osmund Talbot, VIII conte di Shrewsbury, che avrà un ruolo importante nella storia, esattamente come la migliore amica di Emaline, Miss Prudence Sharp e l’ombroso e affascinante Andrew Hastings, XVI barone di Hungerford, che comparirà più avanti, quando la trama si ammanta di maggiore mistero. Emaline infatti, comincerà ben presto ad avere dei sospetti e, curiosa come il suo piccolo amico Oliver, il più sexy e soffice di tutti, troverà il modo di indagare per scoprire la verità, regalando alla trama episodi spassosi che andranno di pari passo con il ritmo che diventa più dinamico, nel rincorrere gli eventi che, oltre a rivelarsi frizzanti, si tingeranno di una tenue sfumatura canarino, il colore della suspense, che avrà il merito di rendere la storia più complessa e strutturata e, di conseguenza, ancora più godibile.   

«Freddy?» chiese Emaline dubbiosa. «Freddy andrà benone.» E, finalmente, Emaline sorrise. Il duca non le pareva arrabbiato; le sue congetture parevano dettate solo dalle paure che covava nel cuore, e dal quel senso di inadeguatezza che l’accompagnava da quando era piccola.

Emaline è un personaggio caratterizzato magnificamente, che rappresenta, con il suo modo d’essere, l’elemento di rottura in un periodo storico contraddistinto da regole solide e convenzioni precise alle quali i nobili erano obbligati ad attenersi, pena la gogna e la conseguente caduta in disgrazia, che obbligava a chiudersi in casa e a sparire dai salotti e dagli ambienti mondani.  Emaline è una figura che vive pericolosamente in bilico tra il lecito e lo scandalo, pertanto è una mina vagante per la sua famiglia, nonostante essa sia molto facoltosa e per questo, vista di buon occhio, rispetto a chi invece, non ha alle spalle possedimenti e ricchezze.  È la più piccola di fratelli, e con lei i genitori sono stati molto permissivi, ma ora che è diventata adulta si conferma una donna ribelle, impertinente e originale, sincera fino all’estremo, tanto da essere adorata dal padre ma osteggiata dalla madre, che la considera un terremoto ingestibile, per via della lingua biforcuta, avvelenata come quella dei serpenti.

«Ah sì?» Frederick la raggiunse e la intrappolò in quell’angolo dove si era cacciata. «E cos’altro sai?» Emaline avvampò e lui fece un passo indietro. La ragazza, subito, sfilò via e mise distanza fra loro. «So che sei un farabutto.»

Ma è proprio questo il suo bello, ed è anche ciò che intriga Frederik un uomo dal carattere forte e risoluto, coraggioso e con anch’egli  idee controcorrente,  che ama seguire i propri ideali di giustizia, mentre si diverte a ingaggiare lotte con una donna imprevedibile e tenace, come Emaline che nel tenergli testa, stimola  la sua curiosità e le sue fantasie più peccaminose e sfrenate. Emaline è tutto questo, solida, coriacea e determinata, ma anche fragile e delicata, piena di incertezze e paure, difficili da indovinare, soprattutto se ci sofferma soltanto a ciò che mostra in superficie. Impossibile non amarla e non amare lui, per le sue qualità e per come si dimostra con la donna che ha saputo sorprenderlo, spiazzarlo e  infiammarlo, nella mente, nei sensi,  per poi arrivare a scaldare il suo cuore.  

Il duca la stava guardando con una strana espressione, una di quelle che le facevano tremare le ginocchia. «Non ti mangerò, non sono un orco delle fiabe» scherzò poi, senza perdere il sorriso strafottente. «Lo so bene» ribadì Emaline e sollevò il mento con aria di sfida.  

Nella seconda parte, arriva un momento memorabile, quello della lotta tra due simpatiche “cariatidi” che decreterà una svolta nel romanzo. Di chi sto parlando!? Di Lady Meredith Onor Thynne, marchesa di Bath, la terribile zia di Osmund ed Elfrida Anne Churchill, Marchesa di Blendford, la perspicace e furba zia di Frederick, amiche fin da ragazze, ma che ora si affrontano ad armi pari su argomenti e in un terreno di gioco che sembra mettere sotto i riflettori e in contrapposizione le rigide convenzioni sociali, le regole dettate dall’epoca e le differenze tra ceti sociali.  È uno scontro che si gioca a colpi di ton, mentre i protagonisti e i loro amici in diverse parti del racconto, danno prova di grande umanità e democrazia e convinti sostenitori di un pensiero egualitario. La cornice che sembra dapprima opprimere la libertà, i pensieri, le azioni e l’esistenza delle varie figure che si muovono sulla scena, arriva finalmente all’apice per poi smorzarsi sotto la spinta del buonsenso e della sola regola valida e che si pone al di sopra di tutto: quella dell’amore. 

Emaline stette al gioco. «Naturalmente sono intelligente, acuta, pronta di spirito…» «E anche di lingua» puntualizzò il duca, facendola avvampare. Stava forse alludendo al loro bacio?

La società che fa da sfondo alla vicenda e che rappresenta il mondo dorato della nobiltà inglese, con tutte le sue consuetudini, in realtà offre lo spunto per inserire tra le pagine messaggi importanti, in una storia all’apparenza frivola ma che in realtà è un inno alla libertà, all’amore e all’accettazione. Emaline infatti, oltre ad essere l’immagine della donna moderna, veicola un’informazione che arriva forte e chiara, perchè batte sul tasto dell’uguaglianza e sul diritto di essere sé stessi, valevoli e perfetti nella propria unicità, preziosi e meritevoli d’amore e di rispetto, nonostante i pregi e difetti.  L’amore quando sboccia non guarda in faccia a nessuno ed è la sola regola che merita rispetto. Tutto il resto è soltanto la manifestazione della paura che si regge sul bisogno, di mettere in ombra chi non è ritenuto all’altezza, per mantenere invariato il proprio status, il proprio potere e, nel caso del romanzo, per salvaguardare una società che traballa e fa acqua da tutti i pori. 

Era bella, secondo lui era la più affascinante dama in circolazione. Gli aveva rubato il cuore, ma faticava a comprenderne le intenzioni; Emaline era un rompicapo, un enigma che più si sforzava di risolvere più lo avvinceva a sé.

Una lettura che mi è piaciuta per molti motivi! Per la leggerezza, la vivacità, per lo stile narrativo di Valentina Piazza che ho reputato da subito affascinante, arguto, attento, grazie alla forma e al lessico utilizzato, che ho trovato elegante e originale pur uniformandosi agli standard tipici dei romanzi storici, come la terza persona, l’utilizzo di termini obsoleti e poco in uso, attraverso dialoghi che testimoniano un manierismo consono all’epoca, che rispecchia una modalità di intrattenersi, di giocare con le parole, un parafrasare e un intercalare, utile per creare  battute cortesi ma sottili, che tanto somigliano alle danze di quel periodo. È un mix tra eleganza, forma e lessico che rende la scrittura di Valentina diversa e perfetta in ogni sua parte, senza contare la verve comica che sbuca e fa capolino già dalle prime pagine.  Ma in tutto questo emerge una diversità, un eccentricità e un estrosità che va di pari passo con la personalità scoppiettante di Emaline, una protagonista che diventa il fulcro e il centro del racconto, come emblema della modernità e di tutto ciò che è sinonimo di anticonformismo e, per fortuna, di libertà. Consiglio questa lettura a chi desidera divertirsi, ma con un occhio verso la qualità, perchè qui, ne “Il Duca e la Zitella” ce n’è molta! Buona lettura e alla prossima! 

Meredith rimase in silenzio. Elfrida sospirò sonoramente e si sporse verso di lei. «Non rimanere ancorata a pregiudizi e ad antiche usanze, talmente vecchie da far apparire obsolete anche noi. Dimmi, vuoi che ci credano anziane?»

Recensione a cura di Cristina Pisano 

Ringrazio l’autrice per la copia ARC 

 

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